Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me


Libro di Cielo Vol. 9 - Luisa Piccarreta
25 novembre 1909

Fiat!!!

Tanto in Gesù come nelle anime, il primo lavorio lo fa l’amore.

Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando all’agonia di Gesù nell’Orto; e facendosi vedere appena il benedetto Gesù, mi ha detto:

Figlia mia, gli uomini non fecero altro che lavorare la scorza della mia Umanità, e l’amore eterno mi lavorò tutto il di dentro; sicché nella mia agonia non gli uomini, ma l’amore eterno, l’amore immenso, l’amore incalcolabile, l’amore nascosto mi aprì larghe ferite, mi trafisse con chiodi infuocati, mi coronò con spine ardenti, mi abbeverò con fiele bollente.

Sicché la mia povera Umanità, non potendo contenere tante specie di martìri in un medesimo tempo, sboccò fuori larghi rivi di sangue, si contorceva e giunse a dire:
‘Padre, se è possibile togliete da me questo calice, però non la mia, ma la tua Volontà sia fatta’, ciò che non fece nel resto della passione.

Sicché tutto ciò che soffrii nel corso della passione, lo soffrii tutto insieme nell’agonia, ma in modo più intenso, più doloroso, più intimo, perché l’amore mi penetrò fin nelle midolla delle ossa e nelle fibre più intime del cuore, dove mai potevano giungere le creature; ma l’amore a tutto arriva, non c’è cosa che gli possa resistere.

Onde il mio primo carnefice fu l’amore; perciò nel corso della passione non ci fu in me neppure uno sguardo bieco verso di chi mi faceva da carnefice, perché tenevo un carnefice più crudo, più attivo in me qual era l’amore; e dove i carnefici esterni non giungevano o qualche particella veniva risparmiata, l’amore riprendeva il suo lavoro e in nulla mi risparmiava.

E così è in tutte le anime: il primo lavoro lo fa l’amore, e quando l’amore ha lavorato e la ha riempito di sé, quello che si vede di bene all’esterno non è altro che lo sbocco del lavorio che l’amore ha fatto nell’interno
”.